Possibili effetti procoagulanti possono presentarsi quando i derivati dell’acido fibrico, come Gemfibrozil ( Lopid ) e Fenofibrato ( Lipofene ) sono assunti in modo concomitante assieme al Warfarin ( Coumadin ).
Mentre ci sono diversi dettagliati report riguardanti l’interazione tra Fenofibrato e Warfarin con potenziamento degli effetti anticoagulanti del Warfarin, ci sono pochi casi pubblicati sull’interazione tra Gemfibrozil e Warfarin.
Ricercatori del Wake Forest University Baptist Medical Center a Winston-Salem negli Stati Uniti, hanno descritto il caso di un uomo di 62 anni che stava assumendo Warfarin per la fibrillazione atriale parossistica.
Per 9 mesi, il valore di INR ( international normalized ratio ) si è mantenuto stabile ( range target: 2-3 ) con Warfarin al dosaggio di 45 mg alla settimana.
Alla visita di routine è stato riscontrato un valore sovraterapeutico di 5.8; il solo cambiamento identificato nella farmacoterapia del paziente è stata l’aggiunta di Gemfibrozil 600 mg 2 volte die, trattamento iniziato 3 settimane prima.
Esami recenti di laboratorio avevano escluso segni di anormalità tiroidee.
La dose di Warfarin è stata ridotta a 35-37.5 mg alla settimana ( riduzione del 22% ), con mantenimento dell’INR terapeutico; successivamente il Gemfibrozil è stato interrotto a causa di mialgia.
In seguito il dosaggio del Warfarin è stato riportato a 45 mg alla settimana.
L’esatto meccanismo alla base dell’interazione tra derivato dell’acido fibrico e Warfarin rimane sconosciuto, ma può essere multifattoriale ( inibizione degli isoenzimi del citocromo P450, spostamento dai siti di legame proteico o cambiamenti nella sintesi del fattore di coagulazione ).
Secondo gli Autori, indipendentemente dal derivato dell’acido fibrico scelto, una riduzione, empirica, del dosaggio del 20% e uno stretto monitoraggio dei valori INR, sono giustificati nei pazienti che assumono anche Warfarin. ( Xagena2009 )
Dixon DL, Williams VG, Pharmacotherapy 2009; 29: 744-748
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